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Giovedì 15 e venerdì 16 settembre
Ore 20.30 | Piccolo Teatro Grassi | NORVEGIA

 

DET ER ALES (LEI È ALES)

di Jon Fosse
editing per il teatro Maria Sand
traduzione di Kristian Bjørnsen e Giulia Brunello
con Daniela Giordano, Gianluca Iumiento, Maria Sand
regia Gianluca Iumiento
una coproduzione Det Norske Teatret di Oslo e Festival Quartieri dell’arte

Det er Ales, tratto dall’omonimo romanzo di Jon Fosse, racconta la storia di Signe (interpretata da giovane da Maria Sand e da vecchia da Daniela Giordano), che rivive il giorno in cui il marito Asle (Gianluca Iumiento) la saluta per l’ultima volta, prima di scomparire sulla sua barca a remi divorato dalle acque del fiordo. Ad essere analizzate, in questo intenso ed emozionante lavoro, sono le ragioni dell’abbandono, la consapevolezza del proprio destino, l’eredità del dolore.

det er ales 4Note allo spettacolo
Dopo tanti anni dal giorno della tragedia, Signe ha un dialogo intenso ed improbabile con la versione giovane di se stessa, sulle ragioni che hanno spinto il marito ad avventurarsi incoscientemente in un pomeriggio di mare tempestoso.
Le ragioni della partenza dell’uomo vengono esplorate da Signe che, dopo molti anni, ancora non si capacita dei motivi di questo profondo trauma, che l’ha portata a vivere una vita nel dolore della solitudine e dell’assenza del marito. La scelta della giovane coppia di trasferirsi a vivere in solitudine sul fiordo (dal quale proviene la famiglia di lui) e l’ossessione di lui verso una piccola barca a remi e verso l’immenso fiordo che gli si apre all’orizzonte, vengono discusse con emozione, come in una seduta di terapia familiare, come nel migliore degli psicodrammi. Tutti e tre i personaggi vedono il passato, il presente ed il futuro dalla loro posizione immutabile, consapevoli della loro impotenza nel cambiare il corso degli eventi.
Il racconto si fa ancora più intenso quando il discorso sulla tragedia si allarga alle generazioni precedenti, aprendo così una struggente ricostruzione genealogica degli avi di Asle e dell’eredità del dolore, che puntualmente si ripete e non smette di perseguitare questa famiglia dei fiordi norvegesi.

Jon Fosse è l’autore norvegese più rappresentato dopo Ibsen. I suoi drammi sono tradotti in una quarantina di lingue, e durante alcune stagioni teatrali nei primi anni del Duemila furono messi in scena più di un centinaio di volte, un record per un autore drammatico non commerciale. Le sue pièces sono caratterizzate da una scrittura scarna e da un linguaggio freddo e asettico che costruisce atmosfere turbate. Il misticismo, il fragile equilibrio fra vuoto e senso, l’amore e comprensione per i molti che non ce la fanno, quelli che non vogliono o non possono accettare la felicità dell’autorealizzazione, costituiscono il cuore della sua drammaturgia.

Maria Sand è un’attrice bilingue della compagnia stabile del Det Norske Teatret diplomata al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma, scrittrice e drammaturga norvegese. Nel 2015, è uscito il suo romanzo Hold pusten så lenge du kan (Trattenete il respiro il più a lungo possibile) pubblicato da Oktober forlag.

Det Norske Teatret è il teatro nazionale norvegese in lingua ny norsk, la lingua in cui scrive Jon Fosse. Il teatro ha una compagnia fissa di circa 50 attori e uno dei palchi più grandi del nord Europa.

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